Autunno in Oratorio VIII Edizione – San Luigi Orione

Anno 2012-2013
Luogo Oratorio San Filippo

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locandina

sabato 1 dicembre ore 16.45
san Luigi Orione
dott. Davide Gandini,  segretario generale del Piccolo Cottolengo di Don Orione

Audio Completo:

In don Luigi Orione è evidente come la santità – e come potrebbe essere diversamente del resto – sia l’incontro di due libertà, quella della persona umana e quella della Grazia di Dio. Non è un progetto umanitario, filantropico o sociale quello che don Orione persegue, non è un progetto per nulla, punto e basta. Se proprio di progetto si tratta, è il progetto di Dio, a cui don Orione ha risposto. E ne era consapevole, tanto che è lui stesso a dire che il fine della Congregazione da lui fondata è il fine stesso che ha nel mondo la Divina Provvidenza.

Davide Gandini insegna discipline giuridiche ed economiche all’Istituto “Francesco Maria Giancardi” di Alassio e al Liceo delle Scienze Umane “Redemptoris Mater” di Albenga. È segretario generale del Piccolo Cottolengo genovese di don Orione. È priore del Capitolo ligure della Confraternita di Santiago di Compostela di Perugia. È sposato e padre. Ha scritto una biografia di don Giovanni Calabria e due libri sul pellegrinaggio a piedi a Santiago di Compostela.

Articolo De “Il Cittadino”

Don Orione: una porta aperta ad ogni dolore

Che l’indole dei Genovesi sia, per così dire, “parsimoniosa”, è risaputo. Che però dietro il velo d’avarizia che (dicono) li rivesta si nasconda un cuore grande è ampiamente dimostrato. San Luigi Orione, ad esempio, non lesinava complimenti nei loro confronti: “Ho girato tanto per l’Italia, ma non ho trovato, e lo dico non per interesse, non
per farvi insuperbire, non ho trovato un cuore così largo e generoso come il genovese”. Sabato 1 dicembre, nel corso del terzo incontro del ciclo “Sermones 2012. Il Vangelo a Genova: storie di Fede”, tenutosi presso l’Oratorio di San Filippo Neri in via Lomellini, Genova ha nuovamente reso omaggio a San Luigi Orione. Ad introdurre la serata – allietata da musiche di don Lorenzo Perosi, amico del Santo, eseguite dai Soli della Cappella Musicale Filippina, accompagnati all’armonium dal Maestro Roberto Lizzio –, Padre Mauro De Gioia, il quale ha ricordato i molti legami tra il Santo e la Congregazione dell’Oratorio. La relazione, affidata a Davide Gandini, docente di discipline
giuridiche ed economiche presso l’Istituto “Francesco Maria Giancardi” di Alassio e il Liceo delle Scienze Umane “Redemptoris Mater” di Albenga e segretario generale del Piccolo Cottolengo genovese di Don Orione, ha preso le mosse dalla vicenda biografica del Santo, caratterizzata dall’impegno a dare “risposta ad ogni dolore”, e dal desiderio “di imitare Cristo abbracciando tutto il dolore del mondo”.

Luigi Orione nasce a Pontecurone (Tortona) il 23 giugno 1872. A soli 13 anni entra nel convento francescano di Voghera (Pavia). Una polmonite lo costringe però a ritornare a casa, circostanza che gli permette di conoscere San Giovanni Bosco (dall’ottobre 1886 all’agosto 1889 è allievo dell’Oratorio di Valdocco a Torino) e le opere di San
Giuseppe Benedetto Cottolengo. Entrato nel Seminario di Tortona, nel 1892 fonda un Oratorio e un Collegio per curare l’educazione cristiana dei ragazzi. A soli vent’anni scrive: “Vi è un supremo bisogno ed un supremo rimedio per rimarginare le piaghe di questa povera patria, così bella e così infelice! Impossessarsi del cuore e dell’affetto del popolo ed illuminare la gioventù: ed effondere in tutti la grande idea della redenzione cattolica col Papa e pel Papa. Anime! Anime!”. Ordinato sacerdote nel 1895 dedica tutto sé stesso ai giovani: ne è segno l’apertura di nuove case a Mornico Losana (Pavia), a Noto in Sicilia, a Sanremo e a Roma, primo nucleo di quella che sarà la Piccola Opera della Divina Provvidenza, Congregazione riconosciuta canonicamente nel 1903, volta a “collaborare per portare i piccoli, i poveri e il popolo alla Chiesa e al Papa, mediante le opere di carità”. Al centro dell’Opera – afferma Gandini –, “v’è il desiderio di ‘instaurare omnia in Christo’, di illuminare e santificare le anime, di evangelizzare i poveri, i piccoli e gli afflitti da ogni male e dolore”.

Don Orione è animato da un grande amore per la Chiesa e per i suoi pastori. Nel corso della sua vita godrà della stima personale di papi e cardinali, e si adopererà per sanare le ferite interne alla Chiesa. La sua passione per il prossimo è sovrabbondante. Avuta notizia del terremoto di Messina del dicembre 1908, che lascia tra le macerie
90.000 morti, accorre in città facendosi promotore della sua ricostruzione civile e religiosa, sino ad essere nominato da papa Pio X Vicario Generale della diocesi. Lasciata l’isola, si dedica allo sviluppo della Congregazione. Egli non vuole legare l’Opera alla sua figura, né a formule e costrizioni capaci di “inceppare lo slancio dello Spirito e le
possibilità di adattamento”. Il suo programma è semplice: “Sono nuovi i tempi? Via i timori, non esitiamo; muoviamo alla loro conquista con ardente e intenso spirito di apostolato, di sana, intelligente modernità. Gettiamoci alle nuove forme, ai nuovi metodi di azione religiosa e sociale, sotto la guida dei Vescovi, con fede ferma, ma con criteri
e spirito largo”. E’ accusato tuttavia di far crescere l’Opera in maniera disordinata, senza un preciso programma. “In realtà – ha affermato Gandini – il Santo Disordine orionino deriva dal desiderio di non chiudere la porta a nessun dolore. Egli non ha progetti sull’Opera, vuole solo abbandonarsi al progetto di Dio. Non sa quale sarà la configurazione dell’Opera in futuro; anzi teme lo specializzarsi, vuole che l’Opera si modifichi di continuo; vuole che la Congregazione sia in continuo movimento e adattamento perché è così che opera la Provvidenza nella Storia”. Ciò è evidente soprattutto nel corso della prima guerra mondiale. Don Orione percorre l’Italia per sostenere attività
caritative, aiutare spiritualmente e materialmente persone d’ogni ceto, suscitare e coltivare vocazioni sacerdotali e religiose. Risale a quegli anni la fondazione del ramo femminile della Congregazione: le Piccole Suore Missionarie della Carità. Nel 1927 si aggiunge anche un ramo contemplativo: le Suore Sacramentine non vedenti adoratrici e le Contemplative di Gesù Crocifisso. Coinvolge pure i laici, dando impulso alle associazioni delle Dame della Divina Provvidenza, degli Ex Allievi e degli Amici, da cui deriveranno l’Istituto Secolare Orionino e il Movimento Laicale Orionino. Dopo la guerra la fondazione dei Piccoli Cottolengo, destinati ad accogliere i più sofferenti e bisognosi: a Genova e a Milano, ma anche a Buenos Aires, a San Paulo del Brasile e a Santiago del Cile. Il suo zelo missionario si estende all’Argentina e all’Uruguay (1921), alla Palestina (1921), alla Polonia (1923), a Rodi (1925), agli Stati Uniti (1934), all’Inghilterra (1935), all’Albania (1936). Egli stesso, nel 1921-1922 e nel 1934-1937, compie due viaggi missionari in America Latina, sino a che, ormai stanco e provato, sarà costretto a ritirarsi a Sanremo dove morirà il 12 marzo 1940. In molti ricorderanno la sua tempra e il suo sguardo compassionevole. Tra i tanti, Ignazio Silone, che lo conobbe in gioventù e che lo immortalò in un capitolo del suo “Uscita di sicurezza” (1965): “la luce dei suoi occhi aveva la bontà di chi nella vita ha pazientemente sofferto ogni sorta di triboli e perciò sa le pene più segrete”. Dichiarato beato il 26 ottobre 1980, Luigi Orione è stato canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 2004.

Antonio Musarra