Autunno in Oratorio VIII Edizione – Prolusione inaugurale

Anno 2012-2013
Luogo Oratorio San Filippo

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venerdì 26 ottobre ore 18.15

Prolusione inaugurale
S.Ecc. Mons. Luigi Palletti
Vescovo Ausiliare

Audio Completo:

Articolo del cittadino

Come riscoprire l’essenza del cristianesimo all’inizio dell’anno della fede? Con questo interrogativo ha avuto inizio la Prolusione dei Sermones 2012 presso l’Oratorio di San Filippo Neri.
Padre Mauro De Gioia, dopo aver porto ai presenti i saluti del Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e del Padre Visitatore Felix Selden, ha ringraziato vivamente S.E.R. Mons. Luigi Ernesto Palletti, Vescovo eletto di La Spezia, per la gentile disponibilità offerta all’Oratorio.
La conversazione, secondo il consueto stile oratoriano dei Sermones, è stata subito connotata da un confronto aperto e sereno con l’interrogativo posto dallo stesso Santo Padre Benedetto XVI nel documento “Porta Fidei”.
Spesso infatti i cristiani si lasciano prendere dalle varie attività della vita secolare fino a dimenticarsi dell’essenza stessa del cristianesimo.
Il centro della vita cristiana è la persona di Cristo Signore, occorre però  domandarsi con la massima sincerità che cosa voglia dire, per noi, questa centralità.
Se i Santi sono coloro che hanno vissuto una vita compiuta e bella proprio grazie all’incontro concreto con Cristo nella loro vita quotidiana, diventa allora decisivo il nostro guardare a loro per non perdere di vista il fatto che anche la nostra esistenza si deve compiere attraverso questo personalissimo incontro.
Per senso di concretezza sono state privilegiate persone che hanno operato a Genova, in uno spirito di servizio e dialogo anche con i non credenti, al fine di favorire la conoscenza di un cristianesimo che ha circolato, e circola, attraverso le mani ed i volti di coloro che hanno calcato le strade della nostra città. Il dialogo può avvenire infatti solo a partire da una conoscenza ben fondata dell’identità dell’altro, incontrata nella realtà dei fatti e non sulla base di voci e mezze verità.
Mons. Palletti ha quindi presentato un solido ritratto di Ettore Vernazza, del quale ha curato in passato l’inizio della causa di canonizzazione.
Quella offerta da Sua Eccellenza è stata una rilettura del modo in cui, nella vita del Vernazza, la santità si è coniugata con una fruizione del mondo che ha fatto della propria professionalità secolare l’occasione per incarnare il Vangelo nel mondo, evitando accuratamente ogni logica dualista.
Ettore Vernazza fu un uomo del suo tempo, pienamente inserito nei fermenti culturali, spirituali ed economici che animavano la vita degli stati italiani tra la fine del 1400 e la prima metà del 1500.
Tuttavia egli riuscì ad operare nel mondo senza mai abbandonare quell’atteggiamento interiore di povertà che consiste nell’avere come se non si avesse e che lo portò a vivere la propria esistenza ed il proprio agire sempre più come un’incarnazione dentro la realtà.
Egli coniugò felicemente in se stesso tre aspetti complementari e fondamentali della vita cristiana, in lui infatti la spiritualità (un intenso rapporto con Dio) e l’uso della ragione erano al servizio di un’ardente opera di carità, che prese la forma di progetti, anche finanziari, volti a rendere presente e operante l’azione salvifica di Cristo nella realtà storica del suo tempo.
Si tratta quindi di un agire dentro la storia. Una vocazione alla secolarità che lo portò a concretizzare nelle opere ciò che viveva dentro di se. Tutto ciò si realizzò nella fondazione e ricostruzione degli Ospitali per gli incurabili (i malati di sifilide, realtà nuova per l’epoca). A Genova, tra le altre cose, nella
rifondazione della Compagnia del Mandilletto e nella realizzazione del Lazzaretto in occasione dell’epidemia di peste che colpì la città, all’interno della quale, proprio curando gli appestati, si ammalò e morì venendo infine gettato in una fossa comune.
Uomo sposato conduceva una vita che oggi chiameremmo in carriera, ma tutto ciò era messo al servizio di Cristo. Questo lo rese sensibile non solo ai bisogni materiali dei fratelli ma anche a quelli spirituali e culturali. Eccolo dunque fra i promotori della fondazione dell’Università di Genova, come pure attivo nell’istituire delle strutture per ragazze sole e che conducevano una vita a rischio.
Vernazza non ebbe remore ad usare il mondo stesso della finanza, permeando gli strumenti finanziari di un liberante spirito evangelico, al fine di creare un fondo che strutturò in modo tale che potesse rimanere al servizio dei più deboli.
Un umanesimo cristiano dunque ed una spiritualità non segnata dal dualismo, ma capace di guardare al fondo di bene presente in ogni opera creata anche dall’intelletto umano.
Stiamo parlando qui di un’azione nel mondo con le strutture del mondo, non contro dunque ma dentro.
Con questo bellissimo ritratto a tutto tondo di Ettore Vernazza, Mons. Palletti ci ha dunque introdotto nel modo migliore nella nuova stagione dei Sermones, che vedrà il prossimo appuntamento, il 10 novembre alle ore 16.45, incentrarsi sul Beato Jacopo da Varagine: lo presenterà la Prof.ssa
Sandra Isetta, docente di Letteratura Cristiana Antica e di Filologia alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Genova.