Autunno in Oratorio VII Edizione – La musica e la bellezza

Anno 2011-2012
Luogo Oratorio San Filippo

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sabato 19 novembre ore 16.45
la musica e la bellezza
liturgia e arti figurative
Fausta Franchini Guelfi e Marco Gozzi

Per chi entra in una chiesa durante una funzione solenne due sono i sensi che vengono immediatamente sollecitati: l’udito e la vista. La parola, il canto, la musica strumentale, l’architettura, l’arte figurativa, gli arredi. Quale rapporto c’è tra queste due esperienze, delle quali chiunque avverte l’unità di fondo? Ne parleranno due notissimi studiosi, il musicologo Marco Gozzi (Trento) e la storica dell’arte Fausta Franchini Guelfi (Genova), ambedue interessati da decenni all’arte sacra e specificamente alla sua dimensione liturgica.

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Articolo de Il Cittadino

La musica e la bellezza

Sabato 19 novembre ha avuto luogo il secondo appuntamento dei  Sermones, il ciclo di “conversazioni su fede, attualità, e cultura” promosso e ospitato dall’Oratorio di San Filippo che ha quest’anno come titolo generale “La musica di Dio”.

Se il primo incontro, il 12 novembre, ha affrontato la curiosa contaminazione fra musica d’opera e musica liturgica tipica della prassi organistica dell’800, il secondo incontro ha invece esplorato il legame fra liturgia, musica e arti figurative, con l’aiuto della prof. Fausta Franchini Guelfi, dell’Università di Genova, e del  prof. Marco Gozzi, dell’Università di Trento.

Nella sua conversazione, arricchita da proiezione di immagini e ascolto di brani musicali, la prof. Guelfi  ha messo in luce come nella liturgia abbiano sempre trovato posto sia la razionalità, che i sensi  e l’emotività. Dopo il Concilio di Trento si afferma l’idea che la chiesa debba essere un’immagine del paradiso: nelle opere d’arte, nei colori, nella musica, nell’uso dell’incenso il popolo che partecipa alla liturgia deve assaporare un assaggio del Cielo. Dal sedicesimo secolo le chiese si riempiono così di immagini e decorazioni che richiamano esplicitamente la beatitudine celeste. Esempi tipici sono le figure di angeli e le rappresentazioni della gloria della Vergine Maria e dei santi. Gli angeli sono esplicitamente messi in relazione con la musica liturgica, ad esempio effigiandoli in corrispondenza dell’organo o della sede dei cantori. I santi rivolgono lo sguardo verso il cielo, figure allegoriche ne visualizzano l’eroicità delle virtù, in composizioni narrative anche complesse.

Nel 1582 mons. Bossio compie una visita accurata delle chiese genovesi e alla fine compila una severa relazione in cui ne mette in luce lo stato di trascuratezza. Si spinge a indirizzare una esortazione al Senato della Repubblica affinché l’aristocrazia cittadina prenda in carico il decoro e l’abbellimento delle chiese della città. Anche le chiese genovesi si arricchiscono quindi di decorazioni, dipinti, affreschi e gruppi scultorei. Le chiese della Nunziata, del Gesù, di S. Filippo, delle Vigne sono esempi tipici dell’estetica di questo periodo.

Il prof. Gozzi, docente di Storia della musica, ha invece affrontato più da vicino il rapporto fra musica e liturgia, con particolare riferimento al canto cristiano liturgico, e in modo particolare al canto gregoriano.

Nel canto liturgico l’enfasi non è posta sulla musica ma sulla preghiera, il canto stesso costituisce una amplificazione della parola (“dalla parola alla Parola”). La musica scava nella profondità della parola e costituisce una forma di esegesi, l’accento stesso della melodia mette in evidenza le parole-chiave del testo, quelle che aprono al Mistero e fanno risplendere la verità.

Passando in rassegna stili ed epoche diverse, presentate anche attraverso esecuzioni dal vivo, il prof. Gozzi ha messo in evidenza la ricchezza e la varietà del canto liturgico, dagli inni della liturgia ambrosiana, vere meditazioni teologiche, fino alla scarna bellezza del canto della tradizione francescana. Un tale patrimonio spirituale comincia a entrare in crisi con la riforma di S. Pio X, che pure aveva l’obiettivo di purificare il canto liturgico e correggerne le storture, forse proprio per l’eccessivo rigore nel valutare il patrimonio tradizionale e la prassi vigente.

A conclusione di questo ricco e appassionante incontro, una domanda: che ne è oggi di questa bellezza, nelle nostre chiese e nelle nostre celebrazioni? Per caso la bellezza ci fa un po’ paura?

Vittorio Sanguineti