Autunno in oratorio V Edizione – Palestrina e l’Oratorio – le radici di un’evoluzione

Anno 2009-2010
Luogo Oratorio San Filippo Neri

Conferenza di MARGHERITA DALLA VECCHIA, organista, clavicembalista, fondatrice della Cappella Musicale di San Filippo Neri a Vicenza.

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“Per consolare e ricreare gli animi stracchi dai precedenti discorsi” ci vuole la musica. Questo l’avviso di San Filippo Neri e quanta ragione avesse lo dimostra il posto che si è guadagnato nella storia della musica con l’invenzione addirittura di un genere musicale: l’ “Oratorio”. La storia di questo genere musicale è stata al centro del terzo dei Sermones organizzati nella sala di Via Lomellini dall’Oratorio Secolare e dalla onlus Oratorium ed è stato tenuto dalla Professoressa Margherita Dalla Vecchia, lo scorso sabato pomeriggio, appunto terzo degli appuntamenti di una rassegna che ha già visto illustrare, nelle settimane precedenti, l’influenza della spiritualità filippina nella letteratura (Tolkien), nell’architettura (Gaudì) e, con l’appuntamento di sabato prossimo, nell’arte figurativa del barocco romano. Dalla Vecchia, vicentina, che affianca all’attività didattica quella organistica e di animatrice musicale di vari gruppi ed istituzioni, ha voluto tuttavia esordire evidenziando, nell’ambito della spiritualità nella musica, la centralità dell’opera di Johan Sebastian Bach, vera sintesi di tutto quanto è stato composto fino al suo tempo e nel suo tempo, situandolo proprio su quel percorso che prende le mosse da San Filippo e dalle forme del suo apostolato. Da riunioni all’aperto, infatti, magari anche itineranti (come la visita alle Sette Chiese) comincia appunto la tipica esperienza apostolica filippina, riunioni nelle quali la lettura spirituale e il sermone dovevano essere intercalati dal canto, preso dapprima dal grande repertorio dei laudari rinascimentali, magari arricchito da semplici polifonie quasi accordali, popolare nell’ambiente toscano di provenienza del Santo. Che, seppure precorso da Gaetano di Thiene e dalla genovese Compagnia del Divino Amore, è a Filippo che deve accreditarsi il successo di questa forma di riunione spirituale, fuori della liturgia, col coinvolgimento di artisti, musicisti e letterati, quali Giovanni Animuccia e Giovanni Pierluigi da Palestrina, intimo ed essenziale il primo, geniale il secondo, innovatore della maniera polifonica rinascimentale già irretita nel tecnicismo fiammingo, attenti entrambi al rilievo del testo nei suoi significati che deve dominare la tessitura musicale. Da essi e dal gruppo raccolto nell’Oratorio Filippino (Luis de Victoria, Francesco Soto, Giovanni Ancina, autore di un volume di composizioni intitolate “Tempio Armonico”) comincia a svilupparsi quell’interpretazione degli “affetti” che tenderà a consolidarsi in forma rappresentativa. Un vero e proprio “teatro dell’ascolto” (“Teatro Armonico” si chiamerà una successiva raccolta dell’Anerio) il cui primo frutto sarà la “Rappresentazione di anima e di corpo” di Emilio De’Cavalieri su testo del filippino Manni, che mette in campo personaggi allegorici su temi morali cari alla letteratura spirituale del tempo. Appunto ad argomenti allegorici e poi a vicende tratte dalla Scrittura e dall’Agiografia ricorsero i numerosissimi musicisti e poeti chiamati ad affiancare, nelle riunioni filippine i Sermones di quel tempo, tanto da suscitare una vera e propria concorrenza da parte dei Gesuiti con la Congregazione del Crocifisso, frequentato tuttavia da ambienti colti e caratterizzato da composizioni latine. Della sconfinata produzione di “Oratori” rimane spesso solo memoria, ravvivata dall’eccellenza di qualche autore, ma ferve tra i musicologi la ricerca e numerosi sono i reperti inesplorati, come ha riferito la Prof. Dalla Vecchia che ha citato, tra l’altro, come riflesso del genere musicale rappresentativo, lo strumentismo di Frescobaldi. Tuttavia, nato a casa di San Filippo per specifici scopi d’apostolato ed edificazione, l’Oratorio musicale ha proseguito il suo cammino come espressione principale della musica spirituale, fuori di quella per uso liturgico. Nel suo ambito, come accennato all’esordio, le sue forme emergono distinatamente nelle cantate di J.S.Bach (quelle natalizie sono appunto chiamate “Oratorio di Natale”) dove una compiuta dinamica drammatica può essere esemplificata nei dialoghi tra Cristo e l’Anima presenti in varie composizioni, che possiamo benissimo mettere in relazione con la geniale intuizione originaria di San Filippo. Altri esempi ne sono derivati successivamente, come il “Paulus” di Mendelssohn, palpitante dell’entusiasmo del convertito, sebbene ormai coinvolto nella soggettività romantica.

L’esposizione della Prof. Dalla Vecchia è stata seguita da un pubblico attento ed interessato mentre, come da tradizione, la Cappella Musicale Filippina diretta da Mario Faveto ne ha esemplificato i passaggi salienti eseguendo mottetti di Animuccia e Palestrina con la consueta, affettuosa perizia. Come accennato, sabato prossimo 28 novembre alle 16,45, sarà la volta di un’altra espressione del genio filippino nell’arte: quella figurativa, dove potremo incontrare, sull’orma caravaggesca del barocco romano, l’opera di Guido Reni e della sua cerchia.

Autunno in oratorio V Edizione – …dove il Maestro guardava – arte e spiritualità di Gaudì

Anno 2009-2010
Luogo Oratorio San Filippo Neri

Conferenza di ETSURO SOTOO Scultore, curatore dei lavori dalla Sagrada Familia di Barcellona. Nel corso della conferenza l’ensemble Ars Antiqua proporra’ un ascolto musicale su musiche di ambito catalano.

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…Dove il maestro guardava
arte e spiritualità di Gaudì ai “Sermones” dell’Oratorio

Quando negli anni ’70 il giovane scultore giapponese Etsuro Sotoo giunse a Barcellona non sapeva nulla di Antonio Gaudì, della sua opera, della sua fede. Desiderava solo scolpire e questo desiderio lo portò al cantiere della Sagrada Familia: fu l’inizio non solo di una sfolgorante carriera artistica, ma del profondo cambiamento della sua vita, della sua conversione. E questo termine va preso in tutta la sua pregnanza, perché Etsuro Sotoo si è convertito alla fede cattolica e ha ricevuto il battesimo. Tutto ha avuto inizio da una necessità pratica: egli doveva continuare la parte scultorea del grande tempio secondo lo spirito originario di Gaudì, ma i progetti del geniale architetto catalano vennero distrutti durante la guerra civile spagnola. Non era quindi possibile guardare materialmente al maestro, ma diventava necessario guardare “dove il maestro guardava”: così  il giovane Sotoo è entrato nella prospettiva della fede.

Il suo intervento nell’ambito della edizione 2009 dei “Sermones” dell’Oratorio di san Filippo, ha assunto quindi il tono di una testimonianza esistenziale, pur avendo tutte le caratteristiche di una presentazione “scientifica” della biografia e dell’opera di Gaudì. In lui la dimensione dell’arte e della fede sono infatti fuse con una naturalezza e un’armonia eccezionale, se non unica nel panorama artistico dell’ Otto-Novecento: per questo il discorso poteva e doveva passare continuamente dall’una all’altra dimensione. Etsuro Sotoo è riuscito in questo, facendo emergere dalla illustrazione delle opere architettoniche di Gaudì il loro significato spirituale, fondato sull’osservazione, colma di spirito contemplativo, della natura e sul desiderio di “dare gioia” nell’esercizio del suo lavoro artistico.

E’ emersa così in modo naturale e ovvio il legame tra la spiritualità dell’architetto catalano e quella di san Filippo Neri: Antonio Gaudì non solo frequentava quotidianamente l’Oratorio di Barcellona, nel Barrio Gotico, trovando lì la guida spirituale e il nutrimento teologico per la sua visione artistica, ma guardando anch’egli “dove guardava il maestro” san Filippo, ha riprodotto in se stesso i lineamenti spirituali dell’apostolo di Roma, maestro di umiltà, realismo, amore appassionato per Dio e la sua opera e per questo maestro di cristiana letizia.

Il vedere la riproduzione di una tela del pittore Limona dove Gaudì aveva posato nei panni di san Filippo, è stato quindi un momento di eccezionale valore simbolico, che ha profondamente commosso gli oratoriani genovesi. E poi le eccezionali immagini del cantiere della Sagrada Familia; le spiegazioni di come Gaudì ricavava dallo studio della legge di gravità e dalla osservazione di piante e animali l’ispirazione e la tecnica per le sue geniali e innovative costruzioni; il significato simbolico e spirituale di concrete scelte architettoniche e decorative: tutto questo ha profondamente incantato il numerosissimo pubblico, che non solo colmava la sala dell’Oratorio di San Filippo in via Lomellini, ma ha affollato anche l’adiacente chiesa, dove il sermone era trasmesso in diretta, in forma di video-conferenza.

Insieme ai Padri Filippini, all’Oratorio Secolare e all’associazione Oratorium ONLUS che organizzano l’intera rassegna dei Sermones, questo evento così significativo per la nostra città è stato reso possibile dalla cooperazione di tanti altri soggetti: innanzitutto il Centro Culturale Charles Péguy, che è stato co-organizzatore a pieno titolo. Ricordiamo poi il contributo finanziario del Municipio Centro Est e la collaborazione tecnica della Comunità di Sant’Egidio. E infine  l’apporto musicale dell’ensemble Ars Antiqua, diretta da Guido Milanese, che ha eseguito alcuni brani tratti dal Llibre Vermell, raccolta catalana del sec. XIII-XIV conservata nel Santuario di Montserrat.

L’appuntamento è ora per il prossimo sabato 21 novembre, sempre all’Oratorio di San Filippo, sempre alle 16.45, per il sermone “Palestrina e l`Oratorio – le radici di un`evoluzione”. Relatrice la professoressa Margherita Dalla Vecchia, del Conservatorio di Vicenza e membro dell’Oratorio filippino di quella città.

Seguirà alle 18.30 nell’adiacente chiesa la Santa Messa in canto in onore di Santa Cecilia, presieduta da Mons. Luigi Borzone, pro-Vicario Generale della diocesi, con la partecipazione della Cappella Musicale Filippina.

 

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Autunno in oratorio V Edizione – Dite amici ed entrate! – viaggio intorno a Tolkien

Anno 2009-2010
Luogo Oratorio San Filippo Neri

Conferenza di ANDREA MONDA, giornalista, scrittore e insegnante, autore di pubblicazioni su Tolkien.

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“Dite amici ed entrate!”. Viaggio intorno a Tolkien. Inizia la rassegna dei Sermones 2009.

“Sono un cristiano (cosa che può anche essere dedotta dalle mie storie), anzi un cattolico”. (J. R. R. Tolkien). Questo il filo conduttore del primo incontro dei Sermones 2009 svoltosi sabato 7 novembre presso l’Oratorio di S. Filippo Neri in Via Lomellini.

Il relatore, Andrea Monda – insegnante di religione cattolica, docente presso l’Università Gregoriana e l’Università Lateranense, critico letterario e giornalista – si è infatti addentrato nella “fitta foresta di simboli presente nella saga tolkieniana” per offrire ad un folto uditorio un lato, forse inedito ma quanto mai reale e fondamentale, de “Il Signore degli Anelli”. E’ infatti lo stesso Tolkien a dichiarare, in una lettera scritta al gesuita Robert Murray, il quale aveva avuto l’onore di leggere le bozze della trilogia -: “Il Signore degli Anelli è fondamentalmente un’opera religiosa e cattolica; all’inizio non ne ero consapevole, lo sono diventato durante la correzione. Questo spiega perché non ho inserito, anzi ho tagliato, praticamente qualsiasi allusione a cose tipo la ‘religione’, oppure culti o pratiche, nel mio mondo immaginario. Perché l’elemento religioso è radicato nella storia e nel simbolismo”. In effetti esiste oggi un acceso dibattito – del quale Monda è autorevole interprete – che ha come oggetto la cattolicità de Il Signore degli Anelli: è un libro religioso e cristiano, anzi, cattolico? Alcuni lettori hanno ad esempio individuato nel romanzo diversi elementi che possono ricordare da vicino il cattolicesimo: dalla salita finale di Frodo al Monte Fato – da alcuni accostata alla salita di Cristo sul Calvario -, al pane degli elfi, il lembas, visto come viaticum in quanto “nutre la volontà ed è più efficace quando si è digiuni”; dalla data di inizio del viaggio della Compagnia dell’Anello, il 25 dicembre, alla data della distruzione dell’anello del potere – il pesante “fardello” -, il 25 marzo, giorno dell’Incarnazione.

Quella di Tolkien è però una religiosità tacita, allusiva – meglio: tipologica. Nel corso della sua brillante conversazione Andrea Monda ha infatti messo in luce l’apparente assenza nel romanzo di qualsiasi elemento esplicitamente religioso. Ma nel nascondimento sono evidenti alcune costanti: il Signore degli Anelli è infatti un romanzo che si regge sul combattimento interiore; sul Sacrificio che permette la Redenzione; sulla presenza di una Provvidenza che ha un progetto su ognuno dei personaggi; sulla libertà di ognuno di scegliere tra il bene e il male. I veri protagonisti del romanzo sono infatti costantemente messi alla prova, tentati dalla presenza, in mezzo a loro, dell’anello. “Il Signore degli anelli non è un romanzo manicheo” – ha detto Monda -, “il colore predominante è il grigio (come Gandalf), non il bianco e neppure il nero. Il grigio rappresenta bene la condizione umana: tentata dal peccato, debole, contingente, eppure protesa verso un compimento che ha da venire”. E così gli Hobbit – piccola razza della Terra di Mezzo – che è poi la nostra terra: l’Europa – non sono uomini ma “mezz’uomini”, creature umili che Monda paragona agli ‘anawim biblici (i “poveri di Dio”, i depositari della promessa divina, i protagonisti del Magnificat), i quali, ideati in un preciso momento storico ed in contrapposizione alle ideologie basate sul superuomo nietzchiano, sono la vera chiave di lettura di tutta l’opera. La loro esaltazione, o meglio – con un termine usato dallo stesso Tolkien – “santificazione”, è dunque il cuore vero del romanzo: creature eccezionali – la cui eccezionalità rappresenta però un dono, una grazia -, stretti da un forte vincolo di un’amicizia che è un qualcosa di più – essi giungono a rinnegare se stessi per la salvezza di tutti. Il famoso indovinello posto all’ingresso delle miniere di Moria – “Dite amici ed entrate” – bene rappresenta dunque il senso di un’epopea che non smette di rivelare le sue facce multiformi, invitandoci – come ha voluto fare il relatore mediante le sue parole – ad una nuova rilettura dell’opera tolkieniana.

Questo dunque il senso del primo incontro dei Sermones i quali proseguiranno il proprio percorso sabato 14 novembre, alle ore 16,45, all’Oratorio di S. Filippo Neri, in via Lomellini. Il prossimo incontro sarà tenuto dall’erede di un grande maestro amico dell’Oratorio, Antoni Gaudì, “l’architetto di Dio”, ideatore ed iniziatore della Sagrada Familia di Barcellona. Etsuro Sotoo, scultore giapponese ed attuale continuatore della grandiosa opera, racconterà infatti la sua personale scoperta della propria vocazione artistica e della fede in Cristo.

Dott. Antonio Musarra

Autunno in oratorio V Edizione

Anno 2009-2010
Luogo Oratorio San Filippo Neri

Invito

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Lo scorso anno l’Oratorio Filippino di Genova ha fatto una grande scommessa: riproporre nella nostra città i Sermones, le tradizionali conferenze che, con stile familiare e divulgativo ma con solido contenuto di fede e cultura, san Filippo Neri aveva inaugurato nella Roma del Cinquecento.

La scommessa è stata vinta e, avendo alle spalle un bilancio molto positivo, i padri Filippini e i laici dell’Oratorio Secolare ripropongono anche quest’anno l’iniziativa.

Il fil rouge che lega gli incontri del 2009 è il rapporto dello stesso Oratorio di san Filippo con l’arte e la cultura: il tema non sarà sviluppato in astratto, ma considerando persone concrete che con l’Oratorio si sono incontrate e lì hanno tratto, in maniera diversa ma significativa e profonda, linfa per la loro produzione, e prima ancora per l’impostazione della loro vita.

Palestrina e i musicisti della scuola romana, Caravaggio, Gaudì, Tolkien; questi i giganti dell’arte e  della letteratura che incontreremo nei sabati del prossimo mese.

Di alto rilievo anche i relatori: Andrea Monda, uno dei massimi conoscitori italiani di fantasy, che presenterà Tolkien (7 novembre); Etsuro Sotoo, scultore giapponese, convertitosi al cattolicesimo in seguito al suo incontro con l’opera di Gaudì, e che oggi lavora proprio al completamento del capolavoro dell’architetto catalano, la Sagrada Familia (14 novembre); Margherita Dalla Vecchia, del Conservatorio di Vicenza, sul rapporto del primo Oratorio con i musicisti e i suoi influssi sulla storia della musica (21 novembre); infine, su Caravaggio e i pittori contemporanei, don Francesco Danieli, giovane sacerdote, autore di uno studio su san Filippo e l’arte, recentemente pubblicato dalle edizioni San Paolo (28 novembre).

A inaugurare la rassegna la Prolusione  del Prof. Lauro Magnani, dell’Università di Genova, che ci aiuterà a mettere a fuoco il rapporto tra fede, arte e cultura, proprio a partire dall’esperienza di Filippo Neri e del nascente Oratorio nel clima della Riforma Cattolica: mercoledì 28 ottobre alle ore 18. Gli altri Sermones si svolgeranno ogni sabato di novembre, alle 16.45, sempre nella bellissima sala dell’Oratorio di san Filippo, in via Lomellini.

Secondo la tradizione filippina non solo ogni incontro avrà una conclusione musicale, ma i Sermones saranno “incorniciati” dai concerti della rassegna di Autunno in Oratorio: il Concerto per Tutti i Santi, domenica 1° novembre alle ore 16.45, che vedrà l’Orchestra Oratorium Ensemble, diretta da G.M.Faveto e con G.Campi alla fisarmonica, eseguire musiche di Gerschwin, Bernstein, Piazzolla; e il  Concerto per l’Immacolata, martedì 8 dicembre alle ore 16.45, con il Coro Musica Nova e Orchestra, sempre sotto la direzione del maestro Faveto e musiche di Haendel Haydn, Mendelssohn.

Tutta la manifestazione, che è all’interno del Progetto Culturale della CEI, gode del patrocinio dell’Arcidiocesi, della Regione Liguria, del Consiglio Regionale, della Provincia e del Municipio.

Autunno in oratorio IV Edizione

Anno 2008-2009
Luogo Oratorio San Filippo Neri

Articolo Guareschi

Chesterton

Invito

Locandina

Manifesto

Saluto Padre Edoardo

Lo spettro della recessione avanza e l’insicurezza cresce di giorno in giorno: solo la Parola di Dio resta, come ci ha ricordato recentemente Benedetto XVI.

In questo contesto, mentre si rischia di percepire l’attività culturale come spesa da tagliare, l’Oratorio genovese di San Filippo Neri riscopre e propone al pubblico la tradizione dei Sermones: Conversazioni su fede, attualità e cultura, nell’ambito del programma Autunno in Oratorio.

I Sermones risalgono al Cinquecento, derivando direttamente dalle conversazioni familiari che San Filippo Neri teneva in camera sua: divennero ben presto un potente strumento di diffusione di tematiche culturali e religiose tra la gente comune, grazie anche al carattere informale e familiare degli incontri.

Tale formula risultò vincente e permise ai Sermones di diffondersi in Europa e di attraversare i secoli: nella nostra Genova, tuttavia l’uso si interruppe verso la metà dell’800, quando i pochi Padri Filippini rimasti, a seguito delle leggi di esproprio dei beni ecclesiastici, non furono più in grado di portare avanti tale tradizione.

Riprendono oggi, non per gusto antiquario, ma per l’emergente bisogno di un confronto continuo e approfondito tra fede e cultura, bisogno che si avverte più fortemente che in passato,

La prolusione inaugurale si terrà sabato 25 ottobre alle ore 16.45, a cura del Professor Carlo Lupi.

I successivi Sermones – sempre al sabato alle 16.45 nella sala dell’Oratorio di san Filippo in via Lomellini – saranno quest’anno incentrati su tematiche di letteratura: il 15 novembre Ubaldo Casotto, Vice-direttore de “Il Riformista”, e l’onorevole Luca Volontà parleranno di G.K. Chesterton; il 22 novembre avrà luogo la conversazione su “Classici e Cristiani. Dialogo, contrasto, attesa”, a cura del Prof. Guido Milanese, dell’Università Cattolica di Milano.

Il 29 novembre, invece, l’incontro sarà incentrato su Giovannino Guareschi, il creatore degli indimenticabili Don Camillo e Peppone. Saranno presenti i due esperti Egidio Bandini e Alessandro Gnocchi.

Dulcis in fundo, il 6 dicembre il ciclo dei Sermones si chiuderà con un incontro su Cesare Pavese, per il centenario della sua nascita, con la partecipazione del poeta e saggista Gianfranco Lauretano.

La musica, altra colonna portante dell’attività dell’Oratorio, sarà invece protagonista il 1° novembre, con il Concerto per Tutti i Santi dell’Orchestra Archensemble (musiche di Britten, Tchaikovsky e Janacek); l’8 novembre con A passo di danza, concerto per pianoforte a 4 mani del Duo Artemisia (Deborah Simoni e Sena Fini; musiche di Shostakovic, Piazzolla, Grieg). A conclusione di tutta la rassegna, l’8 dicembre per il Concerto per l’Immacolata verrà eseguita la Messa di gloria di Giacomo Puccini, con Coro Musica Nova e Orchestra diretti Mario Faveto. Tutti gli appuntamenti sono alle 16.45 e a ingresso libero.

Autunno in oratorio III Edizione

Anno 2007-2008
Luogo Oratorio San Filippo Neri

Invito

Conferenza

Locandina

Santa Cecilia

 

Autunno in Oratorio

Con il Concerto per Tutti i Santi si inaugura la stagione 2007-2008 all’Oratorio San Filippo in Via Lomellini, ed insieme ha inizio la terza edizione della rassegna Autunno in Oratorio. Riaperto dopo tanti anni di buio e riaffidato dal Comune ai Padri Filippini, l’Oratorio in questi tre anni ha visto un susseguirsi continuo di manifestazioni culturali – concerti, conferenze, mostre –  e di incontri di preghiera; circa 30.000 persone hanno poi approfittato della possibilità di visitarlo nel pomeriggio del sabato, senza contare le comitive che vi fanno sosta durante la settimana.

Giovedì 1° novembre alle 16:30, sarà la Cappella Musicale Filippina, diretta da Giuseppe Mario Faveto, a proporre una prima parte del concerto, tutto di mottetti sacri rinascimentali; una seconda sarà invece affidata all’organo Serassi della Chiesa, suonato da Dennis Ippolito, organista titolare. La presentazione delle attività dell’anno e il brindisi offerto dal CIV Lomellini concludono la serata. L’ingresso, come per tutti gli altri appuntamenti, è libero.

La rassegna, che ha il suo parallelo in quella primaverile, continuerà con un concerto di canto popolare e di trallallero, affidato al complesso vocale La Squadra che in questi anni ha fatto conoscere anche all’estero queste melodie e questo modo di cantare caratteristico della nostra terra: venerdì 16 novembre alle ore 21.

Giovedì  22 novembre alle ore 21, un omaggio a Santa Cecilia, patrona della Musica Sacra: l’abate Michael Zielinski, vide presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali, terrà la conferenza dal titolo “la Musica Sacra nel pensiero della Chiesa attraverso la tradizione oratoriana”. L’invito è rivolto in modo particolare a quanti prestano il loro servizio alla musica sacra, direttori di coro, coristi, organisti.

La rassegna prosegue sabato 1° dicembre, alle ore 16:30, con il concerto “Ai capricci della Sorte”, brani di insieme dal mondo dell’Opera; interpreti saranno gli Allievi di Paola Pittaluga, accompagnati al pianoforte da Francesco Barbagelata.

La conclusione della rassegna avverrà con il tradizionale Concerto dell’Immacolata, con protagonisti il coro Musica Nova e l’orchestra Oratorium Ensemble, diretti da Mario Faveto, sabato 8 dicembre alle ore 16:30. Musiche di Pergolesi, Vivaldi e Mozart.

Tutto si concluderà quindi con un omaggio alla Madonna Immacolata, cui è dedicata la bellissima scultura del Puget che risplende al centro dell’Oratorio; Oratorio che proprio nel giorno dell’Immacolata del 2004 ha iniziato una nuova vita.

Per informazioni: genova@oratorisanfilippo.org