Festa di San Filippo

Anno 2010-2011

Predica Padre Robert dall’Oratorio di Oxford

“Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla”.
Queste parole di san Giovanni ci parlano della vita di san Filippo, perché per tutta la sua vita  fu vicino al Signore, strettamente unito a Lui.Infatti oggi celebriamo la usa festa, uno dei più grandi santi della Riforma cattolica.
Filippo Neri nato a Firenze il 21 luglio 1515 non doveva diventare un grande santo fiorentino, ma un santo della città di Roma, caput mundi.
Roma doveva diventare la sua terra di missione.
Dall’età di vent’anni, quando arrivò  a Roma, vi rimase fino alla morte, avvenuta quando aveva ottanta anni, diventandone l?Apostolo e il testimone della gioia cristiana.

“Rallegratevi nel Signore, sempre. Ve lo ripeto rallegratevi”, come ci ha ricordato san Paolo nella seconda lettura.
L’ Oratorio di san Filippo divenne un elemento essenziale della riforma di Roma in quei giorni.Questo non perché Filippo avesse progettato una riforma, ma perché aveva in cuore la fiamma dell’amore di Dio.
Egli conquistò le persone al Signore attraverso la sua naturale affabilità e capacità di amicizia: il suo metodo pastorale non fu “scientifico”, ma semplice e aperto.
Egli passeggiava per le vie di Roma e incoraggiava chi incontrava dicendo: “Quando incominciamo a fare del bene?”
Li invitava a pregare con lui, ad ascoltare la parola di Dio o semplicemente giocava con loro.
“Sarei disposto a prendere bastonate sulla schiena” disse una volta “purché non facessero più peccati!”
In questo modo fu capace di attirare le persone a Cristo come una calamita e portare molti alla santità, attraverso la confessione e la comunione frequente.
Ci sono molte cose che possiamo dire di san Filippo: potremmo parlare del suo lavoro tra giovani, che continua così bene a Genova fino ad oggi.
Potremmo parlare dell’amore di san Filippo per la teologia e la filosofia.
Potremmo parlare del suo grande contributo alla musica e all’arte (basti pensare al suo rapporto con Palestrina) e anche questa tradizione continua ad essere viva in tanti oratori fino ad oggi.
Potremmo persino parlare del contributo che l’Oratorio ha portato alla vita del chiese locali, perché attraverso la loro stabilità i Padri entrano a far parte della vita diocesana.
Tante cose potrebbero essere dette, ma non abbiamo abbastanza tempo.
Vorrei parlare di due modi, di due modi importanti attraverso cui san Filippo ha contribuito particolarmente alla vita della Chiesa.

Il primo è la preghiera.
“Un uomo che non fa orazione – disse – è come una bestia”. Filippo fu senza dubbio un uomo di profonda preghiera.
Giovanotto, a Gaeta, passava molte ore in preghiera alla Montagna spaccata. A Roma passava intere notti in preghiera nelle catacombe di san Sebastiano e fu lì ancora laico, che alla Pentecoste del millecinquecentoquarantaquattro, ebbe la mistica esperienza, rappresentata nel quadro qui alla mia destra.
Lo Spirito Santo entrò nel suo cuore come un globo di fuoco e venne gettato a terra. Da quel momento il suo cuore venne fisicamente allargato e  così rimase fino al momento della sua morte. Spiritualmente egli doveva continuare a vivere con il fuco dello Spirito Santo e così tutta la sua vita fu una continua preghiera.
Egli si alzava alle quattro del mattino per pregare solo nella sua camera: pregava alla Vallicella nella Loggia e pregava quando era spasso con i giovani, mettendosi in un angolo.
Egli diceva Messa e recitava l’ufficio con gran devozione e quest’amore della preghiera era ciò che più di ogni altra cosa voleva condividere con i suoi discepoli.
La preghiera è il cuore dell’Oratorio, come il suo nome ci ricorda, e  certamente per me insegnare alle persone a pregare è l’aspetto più importante della nostra vocazione oratoriana.
San Filippo voleva che si diventasse in casa propria: anticipando san Francesco di Sales e il Concilio Vaticano II ricordava che la santità è per tutti. E’ un’eresia dire che ci sono delle categorie escluse.
La sua spiritualità era per gente ordinaria, come voi e me, gente che conduce una vita normale.
La preghiera è importante perché ci mette a contatto con il Dio vivente e purifica i nostri cuori e ci permette di guardare alla realtà sub specie aeternitatis, e non solo in una visuale umana.
La preghiera ci da una nuova visione della vita e dell’eternità e questo è lo stile di vita che san Filippo voleva condividere con noi, ciò che più di ogni altra cosa voleva per i suoi discepoli.

Il secondo modo con cui san Filippo portava le persone a Dio è la confessione frequente.
San Filippo è soprattutto il santo del confessionale.
Questo ministero rimane fino ad oggi una parte molto importante dell’apostolato della Congregazione. Dopo la sua ordinazione nel millecinquecentocinquantuno Filippo passava quasi tutta la mattina in confessionale a san Girolamo della Carità. Ha visto questo meraviglioso sacramento come un mezzo attraverso il quale possiamo crescere in grazia.
La confessione frequente ricorda la nostra debolezza di fronte  a Dio e ci porta faccia a faccia con Dio, come persone che dipendono in tutto da Lui.
Totale fiducia in Dio e nella Sua volontà su di noi è il cuore di una vera vita spirituale. Senza fiducia in Dio non possiamo diventare santi. Il sacramento della riconciliazione ci fa comprendere che la grazia di Dio – il suo dono libero e gratuito – è la sola strada della santità.

Ci sono molti santi in cielo, ci sono molte strade per andare in cielo, ma san Filippo è il nostro Padre, perché siamo suoi discepoli. Possiamo a lui applicare nei nostri confronti la frase di san Paolo: Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo.
Ma un padre non è solo un  esempio: è una presenza viva e noi possiamo avere piena fiducia nelle sue preghiere e sperimentare che ha una particolare cura di noi.

Infine, vorrei ringraziare i Padri di Genova per la cordialità con cui hanno accolto questo oratoriano straniero e mi hanno dato lì occasione per celebrare questa festa con voi.
Grazie anche a tutti voi per il vostro amichevole atteggiamento nei miei confronti, che mi ha fatto sperimentare come in san Filippo formiamo davvero una sola famiglia.

Festival Organistico Europeo – Associazione Amici dell’Organo

Anno 2010-2011
Luogo Oratorio San Filippo

venerdì 13 maggio ore 21
Concerto d’organo
Festival Organistico Europeo – Associazione Amici dell’Organo
Davide Merello, organo Serassi 1816

locandina

Davide Merello, si è diplomato in Organo e Composizione organistica ed in Clavicembalo sotto la guida rispettivamente di Emilio Traverso e Barbara Petrucci.
Ha inoltre conseguito il diploma in Organo barocco con Lorenzo Ghielmi presso l’Istituto di Musica Antica dell’Accademia Internazionale della Musica di Milano.
È risultato vincitore del 2° premio (1° non assegnato) al Concours Suisse de l’Orgue 2000 e del 2° premio assoluto nella categoria Clavicembalo al Concorso «Caravita» di Fusignano (RA) 2001.
Ha tenuto concerti – sia come solista che in differenti formazioni con strumentisti e cantanti – in tutta Europa ed in Sud America suonando per alcuni fra i più rinomati enti e festivals.
Davide Merello ha inciso per La Bottega Discantica, Arsis e per la RSI-Radio Svizzera Italiana.

Organo Serassi

L’organo della chiesa di S. Filippo Neri è un pregevole esemplare della scuola organaria lombarda del XIX secolo. Fu costruito nel 1816 da Giuseppe II Serassi, il più importante esponente di una famiglia di artigiani organari fondata nella prima metà del settecento da Giuseppe Serassi “il vecchio” e attiva sino alla fine dell’ottocento. In questo periodo l’organo veniva impiegato prevalentemente nell’esecuzione di trascrizioni di sinfonie d’opera ed arie belcantistiche, nonché di composizioni originali nel medesimo stile. I Serassi operarono per ottenere dallo strumento la massima varietà timbrica ed effetti bandistici, pur mantenendo una solida base di registri tipicamente organistici provenienti dalla tradizione rinascimentale e barocca.
La tastiera è di 50 tasti con ottava corta ed estensione Do1 – Fa5 con divisione Bassi-Soprani al Si2 – Do3. La pedaliera, con estensione Do1 – Sol#2 , è di 17 pedali, cromatica, a leggio con 12 note reali.
I registri sono azionati da manette poste in due colonne a destra della tastiera secondo la seguente disposizione: Cornetto I soprani, Cornetto II soprani, Trombe basse, Trombe soprane, Corno inglese soprani, Viola bassi, Corni di tuba dolce soprani, Flauto traversiere soprani, Flauto in duodecima soprani, Flauto in ottava bassi, Flauto in ottava soprani, Ottavino bassi, Ottavino soprani, Voce umana soprani.
Accessori: Combinazione libera, Tirapieno, Terza mano, Uccelliera, Rollante.
Pedaletti di richiamo: Trombe soprane, Corno inglese soprani, Corni dolci soprani, Ottavino soprani

 

Primavera in Oratorio VII Edizione – Concerto inaugurale musiche di Bach, Franck, Chopin, Ravel

Anno 2010-2011
Luogo Oratorio San Filippo

Concerto inaugurale
musiche di Bach, Franck, Chopin, Ravel
Piero Lo Faro, pianoforte
Curriculum:
 
Dopo il diploma al Conservatorio Paganini di Genova, ottiene la Licenza di Concerto e Virtuosità a Sion (Svizzera) e si perfeziona presso l’École Normale di Parigi e il Mozarteum di Salisburgo.
Ha lunga consuetudine negli anni ’60 con il grande Victor De Sabata a S.Margherita Ligure e con Vlado Perlemuter, il solo pianista che studiò l’intera opera di Ravel sotto la guida dello stesso. Scrive Perlemuter nel 1981: “Ho avuto modo di approfondire con Piero Lo Faro le opere principali e più importanti di Maurice Ravel. È raro incontrare sulla propria strada un pianista altrettanto entusiasta e sensibile a un tempo. Non dubito che tale musicista darà grande gioia a coloro che potranno ascoltarlo”.
Il suo repertorio va dai virginalisti inglesi a Stravinskij. Una sommaria sintesi della sua vita concertistica nazionale e internazionale: concerti monografici dedicati interamente a Liszt, Debussy, Ravel; a Londra i quattro concerti di S. Martin-in-the-Fields e St. John’s, sede della BBC; molteplici concerti per l’Università di Bologna, di Genova, di Londra, in occasione di tre congressi dell’Istituto Filosofico di Napoli, presso il Teatro Filarmonico di Milano; per la Dante Alighieri concerti a Edinburgo, Ginevra e Parigi, anche presso l’Ambasciata d’Italia; concerti per la RAI, la BBC, la Suisse Romande, la Radio di Stato Tedesca.
Particolarmente versato per le musiche impressionistiche e moderne, ha avuto attestazioni da diversi musicisti: Guido Agosti, Roger Auber – Direttore della Radiotelevisione Svizzera – Vincenzo Davico, Louis Hiltbrandt, Tullio Maccoggi e Jean Micault, oltre al grande De Sabata. Relazioni con illustri scrittori, quali Vincenzo Giacchetti, Salvator Gotta, Jean Guitton, Vittorio G. Rossi.
Ha inciso per Mondo Musica Verlag Gmbh di Monaco le opere pianistiche più importanti di Ravel e il celebre concerto per la mano sinistra con l’Orchestra di Stato Ceca diretta da Aldo Ceccato.
“P. Lo Faro est un pianiste né”- Denise Bidal, allieva di Cortot e giurata nei più importanti concorsi. “Interprète élu de Ravel, dont peut-etre il a découvert le secret auprés de son Maitre le légendaire chef d’orchestre De Sabata” – J. Micault, Le Guide Musical, 16/6/72. “Ravel di cui Lo Faro è fra i maggiori, autorevoli intrepreti…” – Il Secolo XIX, 15/4/88. “Skillful use of Modern Music… Crystal texture of Ravel’s Miroirs shone brightly in Oiseaux Triste. Mr. Lo Faro captured the sadness of spirit and the sprawling Une barque sur l’ocean was given a coherent and structural sense. Alborada was radiant and vivid…” – The Times, 6/7/81.
Nella loro proprietà a Santa Margherita Ligure, dove vivevano il nonno, Direttore d’Orchestra, e i due zii musicisti, i Lo Faro da tempo ospitano concerti di Musica da Camera, in una sala prospiciente il mare e il verde. Ospite principale da molti anni, con 37 concerti, il Circolo “Amici di Santa Margherita Ligure e del Tigullio”, di cui Piero Lo Faro è Presidente Onorario.

Quaresima in Oratorio Terzo appuntamento

Anno 2010-2011
Luogo Oratorio San Filippo

Locandina

L’Oratorio di san Filippo Neri in Quaresima concentra la sua attività su iniziative di esplicita formazione religiosa, organizzando conferenze di catechesi per adulti.

Audio Completo Catechesi:

Dio ricco in misericordia, nel magistero di Giovanni Paolo II” è il tema scelto per quest’anno: ci si vuole così preparare, ovviamente, alla celebrazione del mistero pasquale, riconoscendo il capolavoro della misericordia del Padre nella passione, morte e risurrezione del suo Figlio Gesù, che distrugge il peccato e ci dona la pienezza della sua grazia.

Le nostre catechesi vogliono però essere anche una preparazione alla beatificazione di Giovanni Paolo II, che avverrà il prossimo 1 maggio, festa della Divina Misericordia.

E  riflettere sulla misericordia è esigenza di estrema attualità nel nostro mondo, che da un lato sembra negarne la necessità rifiutando il concetto stesso di peccato, e dall’altro ne nega la possibilità stessa, laddove la sete di giustizia si trasforma in un giustizialismo che trascina all’odio ideologico e alla vendetta.

Gli incontri saranno tenuti da p. Mauro De Gioia d.O.  e sono  aperti a tutti gli interessati: si svolgeranno presso l’Oratorio di san Filippo in via Lomellini alle 16.45 sabato 12 e 26 marzo, e sabato 2 aprile.

La  conclusione avverrà domenica 10 aprile con una giornata di ritiro: gli orari e le modalità di questa giornata saranno specificate durante le catechesi del sabato

Quaresima in Oratorio Secondo Appuntamento

Anno 2010-2011
Luogo Oratorio San Filippo

Locandina

L’Oratorio di san Filippo Neri in Quaresima concentra la sua attività su iniziative di esplicita formazione religiosa, organizzando conferenze di catechesi per adulti. 

Audio Completo Catechesi:

Dio ricco in misericordia, nel magistero di Giovanni Paolo II” è il tema scelto per quest’anno: ci si vuole così preparare, ovviamente, alla celebrazione del mistero pasquale, riconoscendo il capolavoro della misericordia del Padre nella passione, morte e risurrezione del suo Figlio Gesù, che distrugge il peccato e ci dona la pienezza della sua grazia.

Le nostre catechesi vogliono però essere anche una preparazione alla beatificazione di Giovanni Paolo II, che avverrà il prossimo 1 maggio, festa della Divina Misericordia.

E  riflettere sulla misericordia è esigenza di estrema attualità nel nostro mondo, che da un lato sembra negarne la necessità rifiutando il concetto stesso di peccato, e dall’altro ne nega la possibilità stessa, laddove la sete di giustizia si trasforma in un giustizialismo che trascina all’odio ideologico e alla vendetta.

Gli incontri saranno tenuti da p. Mauro De Gioia d.O.  e sono  aperti a tutti gli interessati: si svolgeranno presso l’Oratorio di san Filippo in via Lomellini alle 16.45 sabato 12 e 26 marzo, e sabato 2 aprile.

La  conclusione avverrà domenica 10 aprile con una giornata di ritiro: gli orari e le modalità di questa giornata saranno specificate durante le catechesi del sabato

Quaresima in Oratorio – Primo appuntamento

Anno 2010-2011
Luogo Oratorio San Filippo

Locandina

Audio Completo Catechesi:

L’Oratorio di san Filippo Neri in Quaresima concentra la sua attività su iniziative di esplicita formazione religiosa, organizzando conferenze di catechesi per adulti.

Dio ricco in misericordia, nel magistero di Giovanni Paolo II” è il tema scelto per quest’anno: ci si vuole così preparare, ovviamente, alla celebrazione del mistero pasquale, riconoscendo il capolavoro della misericordia del Padre nella passione, morte e risurrezione del suo Figlio Gesù, che distrugge il peccato e ci dona la pienezza della sua grazia.

Le nostre catechesi vogliono però essere anche una preparazione alla beatificazione di Giovanni Paolo II, che avverrà il prossimo 1 maggio, festa della Divina Misericordia.

E  riflettere sulla misericordia è esigenza di estrema attualità nel nostro mondo, che da un lato sembra negarne la necessità rifiutando il concetto stesso di peccato, e dall’altro ne nega la possibilità stessa, laddove la sete di giustizia si trasforma in un giustizialismo che trascina all’odio ideologico e alla vendetta.

Gli incontri saranno tenuti da p. Mauro De Gioia d.O.  e sono  aperti a tutti gli interessati: si svolgeranno presso l’Oratorio di san Filippo in via Lomellini alle 16.45 sabato 12 e 26 marzo, e sabato 2 aprile.

La  conclusione avverrà domenica 10 aprile con una giornata di ritiro: gli orari e le modalità di questa giornata saranno specificate durante le catechesi del sabato

La formazione della coscienza nel beato John Henry Newman

Anno 2010-2011
Luogo Genova- Palazzo Ducale, Sala del Minor Consiglio

Articolo introduttivo

Invito Convegno Newman

Testo intervento Lina Callegari

Estratto intervento Lina Callegari

Testo Intervento Padre Geissler

Estratto intervento Padre Geissler

Intervento Cardinale Arcivescovo Angelo Bagnasco

Audio conferenza completa:

da Il Cittadino 2 Marzo 2011

La coscienza secondo Newman. Grande partecipazione al Convegno sul Beato

Lunedì 28 Febbraio si è svolto presso la Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale il Convegno “La formazione della coscienza nel Beato J.H. Newman” organizzato dall’Ufficio cultura dell’Arcidiocesi di Genova in collaborazione con la Congregazione dell’Oratorio di S.Filippo Neri, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Genova e l’associazione “Iter Agentes” che ha come finalità la formazione e la diffusione della Dottrina sociale della chiesa.

Di fronte ad una sala gremita di partecipanti ha aperto il Convegno il coordinatore del dibattito Alfredo MAJO che ha illustrato il tema della serata ed introdotto gli interventi dei relatori Padre Hermann GEISSLER, Direttore del Centro Internazionale Amici di Newman e Lina CALLEGARI, autrice del volume “John Henry Newman. La ragionevolezza della Fede”. Padre H. Geissler ha illustrato la vita del Beato J.H. Newman descrivendola come un cammino di ricerca costante della verità, attraverso la coscienza. Lina Callegari ha affrontato il rapporto fede e ragione nel pensiero del Beato.

Qui di seguito vengono espressi alcuni dei concetti chiave che i due relatori hanno esposto durante i loro interventi.

Il passaggio di Newman dalla chiesa anglicana alla chiesa cattolica è stato un passaggio difficile, caratterizzato da una domanda fondamentale: “Posso io salvarmi nella Chiesa di Inghilterra? Sarei salvo se morissi questa notte?”.

Il rapporto tra coscienza e verità è fondamentale: coscienza e verità si sostengono e si illuminano; obbedienza alla coscienza significa obbedienza alla verità.

Newman intende per coscienza non un sentimento dell’io, un sentimento soggettivo ma la voce di Dio. Il senso comune di oggi vede, in modo distorto, la coscienza come libertà, diritto di agire a proprio piacimento e autonomia; la coscienza, in realtà, ha dei diritti perché ha dei doveri.

La co-scienza viene vista come incontro con l’Altro, come responsabilità della creatura nei confronti di Dio.

Il Creatore ha imposto nella creatura la sua legge che, anche se passa attraverso l’intelligenza dell’uomo, rimane legge divina. La coscienza deve essere ben formata perché la voce di Dio parla un linguaggio silenzioso e preciso.

Nel pensiero del Beato Newman prende un posto significativo anche il rapporto tra autorità della coscienza e autorità del Papa: Newman ha sempre ribadito la dignità della coscienza, senza cedere minimamente all’arbitrarietà o al relativismo; ha dimostrato che la coscienza non è opposta alla Verità, ma – al contrario – è l’avvocata della medesima nel nostro cuore, è “l’originario vicario di Cristo”; in questo senso va inteso il suo famoso detto: “Certamente, se sarò costretto a coinvolgere la religione in un brindisi al termine di un pranzo (cosa che in realtà non è proprio il caso di fare), brinderò al Papa – se vi fa piacere – ma, prima alla coscienza e poi al Papa”. Noi obbediamo al Papa perché siamo convinti che il Signore guida la Chiesa nella verità. La Chiesa è un aiuto non solo per la coscienza dei singoli ma è anche avvocato per i diritti inalienabili degli uomini, non disponibili per nessuna maggioranza.

Il rapporto coscienza/ragione in Newman conduce al rapporto fede/ragione: la religione rivelata non teme il vaglio della ragione; la ragione non crea ma verifica. E’ possibile dare un assenso ragionevole alla religione cristiana? La risposta è “sì” ma non basta un assenso razionale per una fede autentica. E’ possibile un assenso reale: credo come se vedessi. Non possiamo parlare di prove o di gradi delle prove perché l’assenso c’è o non c’è.

La prova scientifica viene sostituita dalla probabilità. La fede non è la ragione matematica ma l’insieme delle conoscenze che l’uomo ha acquisito di giorno in giorno. Nella sua opera “Grammatica dell’Assenso”, Newman sviluppa una vera e propria teoria della conoscenza di fede. La riflessione di Newman sul «senso illativo» consente alla ragione di compiere un atto di fede avvalendosi di tutte le fonti di conoscenza che possiede: sebbene non tutte rigorose e provate, sono sufficienti, insieme, a generare l’assenso; una fune intrecciata da deboli fili può dare quella forza che un singolo filo non sarebbe in grado di offrire.

Sua Eminenza il Cardinale Angelo BAGNASCO ha concluso il Convegno, sottolineando la bellezza della coscienza come eco di Dio, come criterio dell’agire e di distinzione di ciò che è vero da ciò che è falso. Senza l’ascolto dell’eco di questa voce c’è un vivere disumano, un percorso di insoddisfazione e angoscia.

L’obbedienza alla verità cercata e trovata è difficile! S. Tommaso d’Aquino diceva che la verità si concede non a tutti ma all’anima dell’uomo che è umilmente disponibile a farsi giudicare dalla verità trovata; non verità scientifica, empirica ma verità morale e spirituale, che mi salva dall’inganno e dal dolore per portarmi alla gioia.

Cambiare la propria vita non è facile per nessuno: ci sono comodità, interessi, edonismi. Essere docili alla verità è la condizione essenziale, prima ancora dell’intelligenza che si interroga, perché la verità ci venga incontro. E’ necessario essere disposti a tutto, come Newman: è il prezzo della libertà e della gioia.

 

Simonetta Saveri

Vicepresidente dell’Associazione Iter Agentes