Autunno in oratorio VI Edizione – Generare la vita come speranza del futuro

Anno 2010-2011
Luogo Oratorio San Filippo Neri

Facebooktwitterlinkedinmailby feather

Generare la vita come speranza del futuro
Lucetta Scaraffia

Locandina

Articolo introduttivo:
Il Sermone che proporremo sabato 6 novembre, alle ore 16.45, vedrà la gradita presenza della Prof.ssa Lucetta Scaraffia, Professore di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Studi Storici Università di Roma La Sapienza.
La nostra gentile ospite dialogherà con la  Prof.ssa Sandra Isetta, dell’ Università di Genova.
Il titolo dell’incontro è “Generare la vita come speranza del futuro” ,esso rappresenta la  prima tappa di un percorso che si soffermerà sulle tematiche legate alle varie fasi dell’esistenza umana.
La maternità, ma anche l’essere figli, come dono, come risorsa, come condizione imprescindibile è una realtà che oggi viene poco difesa se non addirittura svalutata.
Abbiamo pensato di affidare il commento musicale dell’incontro alla canzone tradizionale genovese, perché quanto essa custodisce è “tesoro” per l’oggi.
Verranno eseguite:
“Moae ti-e sempre ti”:
Niente come la nascita di un bambino è segno della speranza nel futuro . La madre è la persona che porta in sé e genera questa speranza e il figlio , lungo il percorso della vita , riconosce questo e la guarda come punto di riferimento primo e ultimo , per sempre anche quando lei non c’é più.

? O ricordo:
Chi fra di noi non ha più la mamma sa bene quanto il ricordo di lei sia vivo e presente .
A volte basta un gesto , una parola o una somiglianza a riportarci indietro nel tempo e a farci sentire la tenerezza di un legame che non è possibile perdere : il legame tra il passato e il futuro , tra la realtà di ieri e la speranza di domani

? Ave Maria Zeneize:
Chi ha generato la Speranza del mondo è Maria , che diventando Madre di Dio è diventata Madre dell’ umanità . Ha dato all’ uomo il senso della speranza nel futuro ed è il tramite della forza della fede , in tutte le circostanze della vita .

Il richiamo della campana all’Ave Maria della sera , di cui parla il canto , vuole proprio metterci dinanzi a questa figura, come uomini bisognosi della Speranza che Maria ha portato nel suo seno.

 

Sabato 6 novembre alle ore 16.45 presso l’Oratorio di San Filippo in Via Lomellini, ha avuto luogo il primo incontro della terza stagione della rassegna culturale “Sermones”, giunta la suo terzo anno di vita.

Ad aprire il ciclo di quest’anno, dedicato alle stagioni della vita umana, è stata la Prof.ssa Lucetta Scaraffia, Docente Ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università La Sapienza di Roma, nonché membro del Comitato Nazionale di Bioetica e collaboratrice dell’Osservatore Romano e di altre testate nazionali.

Lucetta Scaraffia dialogando con la Prof.ssa Sandra Isetta, Docente di Letteratura Cristiana Antica presso l’Università di Genova, ha affrontato il tema dell’incontro, intitolato “Generare la vita come speranza del futuro”, iniziando ad interrogarsi sulle ragioni della grave crisi demografica che sta attualmente attraversando il mondo occidentale ed in particolare l’Europa.

Le cause di questa crisi, secondo la relatrice, sono molteplici e sono ravvisabili in una serie di mutamenti culturali e sociologici che si sono andati delineando con sempre maggior evidenza nella seconda metà del secolo scorso, in particolar modo a partire dalla fine degli anni ’60 in poi.

L’ideologia femminista, forte delle recenti conquiste scientifiche nel campo del controllo artificiale delle nascite, diffuse efficacemente l’idea che non fosse più accettabile né desiderabile, concepire figli che non fossero programmati dalla coppia e da essa fortemente voluti.

Si affermava con convinzione, anche da parte di autorità ufficiali, che se l’umanità avesse concepito solo figli desiderati, questi sarebbero stati sicuramente figli migliori perché più amati e meglio educati.

Quanto quelle affermazioni fossero infondate lo testimonia l’attuale emergenza educativa che investe tutte le nazioni dell’occidente. La famiglia è in crisi e non è più capace di trasmettere gli elementi di base di un’educazione, i genitori sono spesso ostaggio di quei figli tanto desiderati e voluti, che chiedono continuamente conferma del fatto di essere stati veramente voluti attraverso pressanti richieste che i genitori hanno paura di disattendere per timore di perderne l’affetto. Anche per questo motivo viene meno per i figli la possibilità di crescere attraverso la contestazione con le generazioni precedenti, scontro che serviva per definire positivamente la propria identità ed il proprio ruolo nel mondo. Non sono dunque solo ragioni economiche quelle che spingono i giovani a prolungare oltre misura la loro permanenza nella famiglia d’origine.

A questo si associa una cultura giovanilista che tende sempre più a ritardare l’ingresso nell’età adulta, si deve essere giovani a tutti i costi, vestirsi da giovani e divertirsi anche quando l’età vera della gioventù è ormai trascorsa da un pezzo.

In una società che mette in rilievo solo le libertà del singolo e la sua autorealizzazione, il posto per i figli va sempre più riducendosi, essere genitori implica dei vincoli, significa uscire dal compiacimento solipsistico del proprio io per andare incontro alle esigenze ed ai bisogni dell’altro.

I figli sono sempre più un parto del desiderio di individui singoli che giungono a fare del proprio desiderio l’unico metro di ciò che è giusto e possibile fare, di qui il ricorso sempre più frequente alla tecniche della fecondazione artificiale eterologa ed alle madri surrogate.

La società occidentale, dopo aver abbandonato definitivamente nel corso del ‘900 la speranza di una vita dopo la morte, ha voluto costruirsi qui ed ora la propria fetta di paradiso, questo ci ha imprigionati in una sorta di illusione che ci spinge a mettere al centro della nostra vita solo i nostri desideri, che però sono privi di speranza. Chi genera la vita deve infatti preoccuparsi di preparare un posto nel mondo per quella vita, di trasmettere ad essa un mondo migliore dove vivere, se ciò non avviene ognuno tenderà alla fine a non preoccuparsi troppo di ciò che va al di là della propria morte. Paradossalmente perdendo la speranza nella vita dopo la morte è andata persa anche la speranza nel futuro della realtà terrena.

Una delle principali cause dello status quo può pertanto essere individuata nella rivoluzione sessuale che ha attraversato tutto il secolo scorso e che di fatto si è andata affermando facendo intendere che, se veramente si fosse pienamente realizzata, avrebbe realizzato una sorta di paradiso in terra. Ora che invece possiamo vederne le conseguenze, sia nella crisi demografica che nella disgregazione della famiglia come pure nel disorientamento e nella sofferenza dei nostri giovani, essa rivela il suo carattere di ideologia utopica mostrando la sua intima parentela con le altre ideologie utopiche del ‘900, nessuna delle quali si è dimostrata amica della vita.

Alla luce di tutto ciò, ha infine concluso Lucetta Scaraffia, l’Enciclica “Humanae vitae” di Paolo VI mostra ancora una volta la sua natura autenticamente profetica e risulta forse anche più facile comprendere perché sia stata così fortemente osteggiata.

La rassegna dei Sermones proseguirà sabato 13 novembre, sempre alle ore 16.45, con l’incontro dedicato all’età della gioventù intitolato “Porterò io l’anello ma non conosco la strada. Le sfide della libertà”. Purtroppo Edoardo Rialti che avrebbe dovuto intervenire sul tema non potrà essere presente: il Prof. Guido Milanese, Ordinario presso l’Università Cattolica di Milano, ha gentilmente accettato di sostituirlo.