Autunno in oratorio V Edizione – Dite amici ed entrate! – viaggio intorno a Tolkien

Anno 2009-2010
Luogo Oratorio San Filippo Neri

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Conferenza di ANDREA MONDA, giornalista, scrittore e insegnante, autore di pubblicazioni su Tolkien.

locandina evento

“Dite amici ed entrate!”. Viaggio intorno a Tolkien. Inizia la rassegna dei Sermones 2009.

“Sono un cristiano (cosa che può anche essere dedotta dalle mie storie), anzi un cattolico”. (J. R. R. Tolkien). Questo il filo conduttore del primo incontro dei Sermones 2009 svoltosi sabato 7 novembre presso l’Oratorio di S. Filippo Neri in Via Lomellini.

Il relatore, Andrea Monda – insegnante di religione cattolica, docente presso l’Università Gregoriana e l’Università Lateranense, critico letterario e giornalista – si è infatti addentrato nella “fitta foresta di simboli presente nella saga tolkieniana” per offrire ad un folto uditorio un lato, forse inedito ma quanto mai reale e fondamentale, de “Il Signore degli Anelli”. E’ infatti lo stesso Tolkien a dichiarare, in una lettera scritta al gesuita Robert Murray, il quale aveva avuto l’onore di leggere le bozze della trilogia -: “Il Signore degli Anelli è fondamentalmente un’opera religiosa e cattolica; all’inizio non ne ero consapevole, lo sono diventato durante la correzione. Questo spiega perché non ho inserito, anzi ho tagliato, praticamente qualsiasi allusione a cose tipo la ‘religione’, oppure culti o pratiche, nel mio mondo immaginario. Perché l’elemento religioso è radicato nella storia e nel simbolismo”. In effetti esiste oggi un acceso dibattito – del quale Monda è autorevole interprete – che ha come oggetto la cattolicità de Il Signore degli Anelli: è un libro religioso e cristiano, anzi, cattolico? Alcuni lettori hanno ad esempio individuato nel romanzo diversi elementi che possono ricordare da vicino il cattolicesimo: dalla salita finale di Frodo al Monte Fato – da alcuni accostata alla salita di Cristo sul Calvario -, al pane degli elfi, il lembas, visto come viaticum in quanto “nutre la volontà ed è più efficace quando si è digiuni”; dalla data di inizio del viaggio della Compagnia dell’Anello, il 25 dicembre, alla data della distruzione dell’anello del potere – il pesante “fardello” -, il 25 marzo, giorno dell’Incarnazione.

Quella di Tolkien è però una religiosità tacita, allusiva – meglio: tipologica. Nel corso della sua brillante conversazione Andrea Monda ha infatti messo in luce l’apparente assenza nel romanzo di qualsiasi elemento esplicitamente religioso. Ma nel nascondimento sono evidenti alcune costanti: il Signore degli Anelli è infatti un romanzo che si regge sul combattimento interiore; sul Sacrificio che permette la Redenzione; sulla presenza di una Provvidenza che ha un progetto su ognuno dei personaggi; sulla libertà di ognuno di scegliere tra il bene e il male. I veri protagonisti del romanzo sono infatti costantemente messi alla prova, tentati dalla presenza, in mezzo a loro, dell’anello. “Il Signore degli anelli non è un romanzo manicheo” – ha detto Monda -, “il colore predominante è il grigio (come Gandalf), non il bianco e neppure il nero. Il grigio rappresenta bene la condizione umana: tentata dal peccato, debole, contingente, eppure protesa verso un compimento che ha da venire”. E così gli Hobbit – piccola razza della Terra di Mezzo – che è poi la nostra terra: l’Europa – non sono uomini ma “mezz’uomini”, creature umili che Monda paragona agli ‘anawim biblici (i “poveri di Dio”, i depositari della promessa divina, i protagonisti del Magnificat), i quali, ideati in un preciso momento storico ed in contrapposizione alle ideologie basate sul superuomo nietzchiano, sono la vera chiave di lettura di tutta l’opera. La loro esaltazione, o meglio – con un termine usato dallo stesso Tolkien – “santificazione”, è dunque il cuore vero del romanzo: creature eccezionali – la cui eccezionalità rappresenta però un dono, una grazia -, stretti da un forte vincolo di un’amicizia che è un qualcosa di più – essi giungono a rinnegare se stessi per la salvezza di tutti. Il famoso indovinello posto all’ingresso delle miniere di Moria – “Dite amici ed entrate” – bene rappresenta dunque il senso di un’epopea che non smette di rivelare le sue facce multiformi, invitandoci – come ha voluto fare il relatore mediante le sue parole – ad una nuova rilettura dell’opera tolkieniana.

Questo dunque il senso del primo incontro dei Sermones i quali proseguiranno il proprio percorso sabato 14 novembre, alle ore 16,45, all’Oratorio di S. Filippo Neri, in via Lomellini. Il prossimo incontro sarà tenuto dall’erede di un grande maestro amico dell’Oratorio, Antoni Gaudì, “l’architetto di Dio”, ideatore ed iniziatore della Sagrada Familia di Barcellona. Etsuro Sotoo, scultore giapponese ed attuale continuatore della grandiosa opera, racconterà infatti la sua personale scoperta della propria vocazione artistica e della fede in Cristo.

Dott. Antonio Musarra